Il Corriere di Trieste

Diritti fiscali e Porto Franco di Trieste: impugnata la sentenza “politica” della Cassazione in Roma

Trieste e gli altri Stati dell'Iniziativa dei Tre Mari.

Trieste e gli altri Stati dell’Iniziativa dei Tre Mari.

Trieste-Roma, 29 ottobre 2022. – La International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste I.P.R F.T.T. ha depositato il ricorso per revocazione della sentenza n. 8600/2022 con cui nel marzo scorso la Corte di Cassazione italiana ha rifiutato di riconoscere i Trattati e le leggi vigenti che stabiliscono gli obblighi della Repubblica Italiana e del Governo italiano verso l’attuale Free Territory of Trieste ed  i diritti di tutti gli altri Stati sul suo Porto Franco internazionale.

Con la stessa sentenza la Corte di Cassazione italiana ha inoltre tentato di appoggiare alcune note tesi politiche secondo le quali il Free Territory of Trieste “non esiste e non è mai esistito”. 

Ma sono tesi provatamente false, e se fossero vere implicherebbero anche l’inesistenza giuridica del Porto Franco internazionale, che è costituito dal 1947 quale Ente di Stato (State corporation) del Free Territory of Trieste.

Il testo dell’atto di impugnazione, datato 15 settembre 2022 ed iscritto a ruolo della Cassazione italiana con il numero RG n. 23050/22, è stato pubblicato (in italiano ed in inglese) e contiene anche la riserva di ricorso agli organi di giustizia internazionali ed europei competenti.

La sentenza impugnata è infatti abnorme, perché i giudici nazionali e tutti gli altri pubblici ufficiali dello Stato italiano hanno il dovere costituzionale di conoscere ed applicare nell’esercizio delle loro funzioni anche le leggi che eseguono gli obblighi internazionali del proprio Paese, ma non hanno il potere di violarli, annullarli o di modificarli.

Il fatto che un giudice nazionale italiano, di qualsiasi genere e grado, rifiuti di riconoscere e di eseguire quegli obblighi internazionali non ha perciò alcun effetto giuridico su di essi, e non può autorizzare altri giudici e pubblici ufficiali a violarli.

Il giudice italiano che rifiuta per motivi politici di riconoscere ed applicare le leggi vigenti vìola inoltre i propri obblighi costituzionali di imparzialità ed indipendenza, e con essi il diritto umano fondamentale ed universale di ogni persona che la sua causa sia giudicata  da un tribunale indipendente ed imparziale.

La I.P.R. F.T.T. ritiene per questi motivi che la sentenza impugnata sia «una decisione politica antigiuridica ed eversivo della legalità e dell’ordine internazionale stabilito dai vigenti Trattati di Pace della Seconda guerra mondiale che riconoscono l’attuale Free Territory of Trieste quale Stato sovrano europeo indipendente e neutrale con Porto Franco internazionale per le navi e le merci di tutti gli Stati, senza discriminazioni».

L’attuale Free Territory of Trieste confina con l’Italia e con la Slovenia, e la sua amministrazione civile provvisoria è sub-affidata dal 1954 al Governo italiano con mandato fiduciario speciale dei Governi degli Stati Uniti d’America e del Regno Unito quali amministratori primari per conto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

La materia è regolata da un corpus normativo coerente ed univoco (LINK) e non è un affare interno dello Stato italiano, poiché riguarda un altro Stato sovrano riconosciuto ed i suoi diritti e le sue funzioni nell’ordine internazionale, nonché i diritti connessi di altri Stati.

In particolare, la corretta amministrazione dell’attuale Free Territory of Trieste e del suo Porto Franco internazionale ha rilevanza strategica crescente per il consolidamento della regione europea dei Tre Mari (Baltico-Adriatico-Mar Nero) e per la stabilità dei Balcani Occidentali, che sono due condizioni fondamentali per gli equilibri euro-atlantici nel contesto strategico globale.

Per questi motivi, la I.P.R. F.T.T. ha aperto dal 2017 una complessa battaglia legale citando a giudizio il Governo italiano amministratore per fargli rispettare gli obblighi del suo mandato che riguardano il regime fiscale generale di Trieste (LINK) l’imposizione dell’IVA (LINK) e la gestione del Porto Franco internazionale del Free Territory (LINK).

La terza causa è la più imbarazzante per i giudici italiani, perché contesta al Governo italiano anche frodi portuali ed accordi illegittimi con la Cina comunista, e perché negare l’esistenza giuridica del Free Territory significherebbe negare anche la legittimità del suo regime di Porto Franco internazionale e dei diritti su di esso di tutti gli Stati e delle loro imprese, incluse quelle italiane.

Nelle tre cause sono già intervenuti complessivamente a sostegno dell’I.P.R. F.T.T. e dei propri diritti oltre 1600 cittadini, organizzazioni ed imprese di Trieste e di altri Stati.

Gli interventi nella causa sul Porto Franco internazionale rimarranno ancora aperti sino a martedì 29 novembre presso la segreteria del Movimento Trieste Libera in piazza della Borsa 7: LINK.

F.W.

Il Porto Franco internazionale di Trieste.

Il Porto Franco internazionale di Trieste.

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