Analisi di Paolo G. Parovel
Trieste, 29 giugno 2021 – La prima delle tre cause civili che la I.P.R. F.T.T. – International Provisional Representative of the Free Territory of Trieste ha azionato nei confronti del Governo italiano sui diritti fiscali di Trieste e del suo Porto Franco internazionale è giunta alla Suprema Corte di Cassazione italiana.
Pubblichiamo il ricorso in italiano (LINK) ed inglese (LINK), perché la sua lettura chiarisce perfettamente l’intera questione concreta: i diritti, gli obblighi internazionali dell’Italia e del Governo italiano, le violazioni, il sistema di corruzione che li sabota.
Si avvicina così il risultato di un lavoro professionale lungo ed intenso per Trieste che non era mai stato fatto prima e mette fine a decenni di errori, disinformazioni, inerzie e chiacchiere politiche inutili.
Il ricorso alla Corte di Cassazione è infatti il passo decisivo per ottenere direttamente giustizia, ed in caso contrario per poter accedere alle Corti europee ed internazionali competenti, dove è certa la vittoria definitiva.
La vittoria definitiva in quelle sedi è certa perché si chiede il rispetto di diritti fiscali e portuali che sono assegnati a Trieste ed a favore di tutti gli altri Stati da strumenti internazionali vigenti e prevalenti anche per l’ordinamento giuridico italiano e comunitario.
Le nuove difese euro-atlantiche avviate dagli USA con i vertici G7 e NATO dell’11-14 giugno 2021 includono inoltre lo sviluppo del ruolo economico di Trieste e del suo Porto Franco internazionale per la stabilizzazione dell’Europa centro-orientale.
Gli ostacoli residui provengono soltanto dal fatto che gli organi politici, amministrativi e giudiziari dell’amministrazione italiana di Trieste rifiutano di applicare le leggi vigenti in materia perché sono controllati da un sistema di corruzione locale parassita, che manipola anche l’informazione.
La strategìa giudiziaria della I.P.R. F.T.T. e del Movimento Trieste Libera consiste perciò nel far uscire allo scoperto gli ambienti politici, amministrativi e giudiziari locali che rifiutano di accertare ed eseguire le leggi vigenti e nel farli sanzionare sino a livello europeo ed internazionale.
Le due organizzazioni hanno quindi strutturato la difesa dei diritti di Trieste su tre cause civili di accertamento che si trovano in gradi di giudizio diversi e sono già sostenute complessivamente da oltre 1600 interventi di persone fisiche e giuridiche di Trieste e di altri Stati.
La prima causa, azionata nel maggio 2017 riguarda il regime fiscale generale (LINK) ed è quella che ha già raggiunto la Cassazione, cioè l’ultimo grado prima delle corti europee ed internazionali.
La seconda causa, azionata nel novembre 2018, riguarda l’inapplicabilità dell’IVA italiana a Trieste (LINK), è prossima a decisione in primo grado e se respinta verrà immediatamente impugnata in appello.
La terza causa, azionata nel dicembre 2019, contesta invece la gestione irregolare del Porto Franco internazionale ed accordi illegittimi con la Cina comunista (LINK), è in fase istruttoria con prossima udienza nel novembre 2021, e gli interventi di persone, organizzazioni ed imprese sono ancora aperti (LINK).
In tutte e tre le cause si chiede ai giudici dell’amministrazione italiana di accertare ed applicare doverosamente le stesse leggi vigenti e prevalenti dell’ordinamento italiano in materia.
Il sistema locale di corruzione chiede invece ai giudici di rifiutarsi di accertare e di applicare la legge aderendo a vecchie tesi politiche nazionaliste costruite su falsificazioni grossolane di principi e strumenti del diritto internazionale.
Sono falsificazioni ideate ed imposte dopo il 1947 dalla scuola politica dei cattedratici nazionalisti A.E. Cammarata e M. Udina e demolite completamente, punto per punto, nel ricorso per Cassazione ora pubblicato con questo articolo.
Questo significa che la vittoria nella prima causa, direttamente in Cassazione oppure davanti alle Corti europee ed internazionali travolgerà anche le eventuali decisioni negative dei giudici delle altre due cause.
Per questi motivi, ed alla luce degli sviluppi internazionali recenti, si è già resa evidente anche l’opportunità che il Governo italiano amministratore provveda a ripristinare la legalità a Trieste e nella gestione del Porto Franco internazionale senza attendere le sentenze definitive.
In sostanza, la vittoria definitiva è comunque certa perché la battaglia legale è già impostata con la massima solidità, è allineata con le nuove strategìe euroatlantiche e la sua necessità per risollevare le sorti di Trieste, dei suoi cittadini e residenti di ogni categoria e delle sue imprese è sempre più drammatica.
A questo punto quindi è sufficiente che le due organizzazioni promotrici, I.P.R. F.T.T. e Movimento Trieste Libera, intensifichino l’impegno con costanza e fermezza, sventando le contromanovre del sistema locale di corruzione.
Questa battaglia per i diritti e contro la corruzione non è eversione ma difesa della legge, non ha nulla a che fare con partiti ed elezioni, che non offrono soluzioni concrete alla povertà, alla disoccupazione ed alle imprese in crisi. E la differenza sarà rilevantissima per tutti.
Perché solo il ripristino di una tassazione sostenibile ed il vero sviluppo del Porto Franco internazionale possono ormai garantire la sopravvivenza delle nostre troppe persone, famiglie ed imprese in difficoltà.
Ai cittadini, ai residenti ed alle imprese che beneficeranno della vittoria definitiva si chiede perciò soltanto di sostenere la battaglia legale seguendola con fiducia ed attenzione, di condividerne ed aiutare a diffonderne le notizie, di associarsi e se possibile di aiutare con donazioni (LINK) a sostenerne le spese di giudizio, che sono rilevanti, anche se il lavoro delle due organizzazioni è volontario.
Concentrare energie e risorse su questa battaglia è l’unico investimento sensato che si può fare oggi per Trieste, perché i benefici per tutti sono concreti e garantiti dalla legge.
Trieste è infatti esente per legge dal pagamento dell’enorme debito pubblico e delle sue imposte più pesanti dello Stato italiano, ed ha diritto a bilanci separati. Le spetta perciò un regime fiscale molto più leggero, con vantaggio rilevante ed immediato per tutte le attività, per il valore degli stipendi e delle pensioni e per l’assistenza sociale e sanitaria.
La legge stabilisce inoltre che il Porto Franco internazionale di Trieste dev’essere gestito da un Direttore del Porto Franco che non dev’essere cittadino dell’Italia o dell’ex Jugoslavia, senza interferenze di politici e di amministrazioni locali, ed opera sotto il controllo diretto del Governo amministratore e di una Commissione Internazionale.
La differenza concreta è di centinaia di attività e migliaia di posti di lavoro diretto ed indotto in più rispetto all’attuale gestione, affidata illegittimamente ad un’autorità portuale italiana che è soggetta ad interferenze politiche e di enti locali, limita e riduce l’applicazione del regime del Porto Franco internazionale e vi consente speculazioni immobiliari illecite.
Ma per far cessare questi abusi fiscali e portuali rovinosi occorre agire come cittadini attivi e responsabili, perché non basta lamentarsene e non ci si può affidare alla stessa classe politica che perpetua gli abusi per inettitudine, irresponsabilità o corruzione.
Ed agire per Trieste come cittadini attivi e responsabili non significa alimentare rancori o progettare rivoluzioni, ma l’esatto contrario: difendere la legalità con la massima fermezza, intelligenza e tenacia, e sostenere coloro che si espongono anche per chi non può farlo.