Il Corriere di Trieste

Le conseguenze strategiche della nuova crisi politica italiana

Trieste e l’area della Three Seas Initiative

Analisi di Paolo G. Parovel

Le elezioni parlamentari italiane del 4 marzo 2018 hanno confermato che la maggioranza dei cittadini italiani rifiuta ormai la classe politica sempre più inetta e corrotta che ha governato sinora l’Italia mandando in rovina cittadini ed imprese.

Quella maggioranza ha espresso la sua protesta in due modi: col non-voto e con il voto ai due partiti – M5S e Lega – che si dichiarano avversari del vecchio sistema politico e propongono rimedi sociali ed economici concreti.

Il non-voto è stato minore delle previsioni preelettorali che lo indicavano al 50% o più (LINK), ma ha ridotto la rappresentatività di tutti gli eletti, mentre la somma dei voti ai due partiti “anti-sistema” ha dato loro la maggioranza dei seggi nel Parlamento.

I seggi parlamentari risultano però suddivisi in modo che nessun partito o coalizione potrà governare senza fare alleanze e compromessi, permanenti o temporanei, che scontenterebbero i suoi stessi elettori.

La formazione di Governi di minoranza costretti a cercare in Parlamento maggioranze di voto sulle singole leggi, od a ricorrere al voto di fiducia, creerebbe invece un rischio continuo di crisi politica e di nuove elezioni.

Nel frattempo dovrebbe rimanere in carica il Governo italiano attuale, che può esercitare le sue funzioni istituzionali ma non ha più forza politica, perché è stato formato dalla coalizione di centro-sinistra, ora sconfitta.

Gli osservatori internazionali ritengono perciò che l’Italia non potrà avere ancora governi stabili, e che la sua instabilità possa complicare la crisi strutturale inarrestabile dell’Unione Europea e creare seri problemi alla NATO nel Mediterraneo.

La rinegoziazione dei Trattati europei per restituire sovranità ai Paesi membri è infatti necessaria quanto difficile, ed i politici italiani vecchi e nuovi hanno atteggiamenti sempre più ambigui verso l’Alleanza atlantica e verso gli USA.

L’Italia è anche l’unico Paese europeo occidentale che continua a sostenere e finanziare ufficialmente la diffusione di rivendicazioni storico-politiche della seconda guerra mondiale a danno delle attuali Repubbliche di Slovenia e di Croazia.

Può inoltre accadere che la pesantissima crisi economico-sociale italiana si aggravi sino al punto in cui diventerebbe impossibile, per qualsiasi Governo, risanarla con gli strumenti politici ordinari della democrazia.

La stabilizzazione politica ed economica dell’Italia è quindi un problema di interesse strategico internazionale primario, che richiede speciale attenzione sia alla crisi italiana, sia al consolidamento dell’area centro-europea più esposta alle sue conseguenze.

E questo significa accelerare l’integrazione funzionale dei Paesi della Three Seas Initiative tra il Baltico e l’Adriatico orientale, dove l’attuale Free Territory of Trieste ed il suo Porto Franco internazionale hanno un ruolo strategico decisivo (LINK).

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